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Gli studi centrati sulla gestione dell’ansia, riferiti al trauma infantile in
ambito domestico e stradale, evidenziano l’importanza di un approccio
psicologico dedicato in ambito multidisciplinare, al fine non solo di crescere il benessere nel paziente
bambino traumatizzato, ma anche di ridurre la morbosità migliorando i risultati a lungo termine, con il
coinvolgimento del nucleo familiare.
L’approccio psicologico pone l’attenzione agli aspetti sia preventivi che di cura nella gestione del trauma, alle
reazioni di stress agli effetti emozionali, cognitivi, fisici ed interpersonali presenti sia nel paziente bambino
che nei familiari, in quanto coinvolti nell’evento.
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In seguito ad un trauma grave le problematiche psicologiche ed i sintomi sono significativi, con presenza di aumento dell’arousal, incubi notturni, ricordi intrusivi, disagio psicologico intenso, labilità emotiva, ansia/angoscia, irritabilità, disturbi del sonno, problemi di concentrazione/attenzione, difficoltà comunicative e relazionali; che spesso possono persistere sia nei pazienti bambini che nei familiari; in questi casi l’ approccio psicologico mira a prevenire lo sviluppo di disturbi psicologici importanti.
Nello specifico per i bambini subire un trauma fisico costituisce un’intensa esperienza emotiva che ha una
profonda risonanza sul piano psicologico; vivono con estrema sofferenza l’esposizione ad eventi gravi
cosi come gli adulti, e sono soggetti a provare stati d’ansia, emozioni come rabbia, colpa, tristezza, senso
di impotenza, disturbi dell’immagine corporea; a volte il bambino non è in grado di esprimere i propri vissuti
in presenza di “congelamento" delle emozioni; pertanto diventa importante una diagnosi precoce.
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La sofferenza e le emozioni provate dai bambini con trauma grave alla mano, generalmente sono
sottovalutate dagli adulti che se ne prendono cura, in quanto di difficile comprensione; spesso il disagio
psicologico vissuto viene considerato solo sulla base del comportamento che il bambini manifestano.
Il lavoro psicologico preventivo informativo e formativo rivolto ai familiari, agli educatori e agli operatori, diventa
allora essenziale al fine di migliorare non solo la compliance al trattamento, ma anche nella fase di
accompagnamento del paziente bambino e del suo nucleo familiare nel percorso di cura e di adattamento.
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Il vissuto emotivo del bambino e dei genitori rispetto all’evento traumatico
comporta l’instaurarsi di un modello di interazione attraverso cui il bambino
apprende il grado di tollerabilità delle emozioni relative al trauma.
Nel merito gli aspetti relazionali e i vissuti dei genitori rivestono particolare
importanza quando viene trasmesso inconsapevolmente al figlio il
messaggio di non essere in grado di “tollerare l’esposizione” al ricordo
traumatico, con conseguente difficoltà del bambino di sentirsi accudito e
contenuto rispetto alle sue paure.
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Pertanto l’intervento psicologico dedicato al nucleo familiare riveste a livello preventivo un’importanza
determinante poiché può contribuire alla riduzione dei sintomi e delle problematiche psicologiche
associate, in quanto la famiglia è un “sistema” che ostacola o favorisce l’adattamento.
L’approccio psicologico risulta efficace se inserito all’interno di una modalità multidisciplinare, con l’equipe
del Reparto, che permette una presa in carico psicologica globale e precoce, al fine di prevenire e
accompagnare sia il paziente bambino che il suo nucleo familiare nell’iter di cura, attraverso uno spazio di
ascolto, di contenimento ed elaborazione per una migliore gestione degli aspetti di disagio psicologico
reattivi all’evento traumatico.
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Il percorso di cura dedicato a questi bambini è di fondamentale importanza e mira all’elaborazione del trauma affinché le “piccole vittime”, possano integrare l’esperienza all’interno della propria memoria. L’approccio cognitivo-comportamentale, il Biofeedback e l’EMDR forniscono strategie che sono risultate utili nella prevenzione e cura dei bambini vittime di traumi, tecniche che favoriscono il riconoscimento delle emozioni, l’innalzamento dell’autostima e il miglioramento delle relazioni.
L’approccio psicologico costituisce un sostegno e cura per la rielaborazione della nuova condizione e per
intraprendere tutte quelle azioni che possono migliorare la qualità di vita, attivando le risorse sia del
paziente bambino che del suo nucleo familiare, con l’obiettivo di reinvestire sulla propria vita.